Scambi e sdoppiamenti (24 febbraio 2015)

Epopea di Gilgamesh e novelle di Pirandello, René Girard e Claude Lévi-Strauss, imprinting tipologico e neuroni-specchio: date le premesse tutto poteva accadere nel  secondo incontro interdisciplinare del Centro di Antropologia del Testo di Macerata, dal titolo “Scambi e sdoppiamenti fra letteratura e antropologia culturale”, organizzato dal professor Massimo Bonafin. Il risultato è stato infatti una giornata intensa e produttiva, fertile di domande e spunti di ricerca, caratterizzata dallo scambio di conoscenze e dal dialogo ininterrotto tra discipline, metodi e ambiti di indagine diversi.

La parte mattutina dell’incontro è consistita nella presentazione delle ricerche attuali di alcuni dei membri del Centro, Lucia Mariani (laureata in Lettere Classiche all’Università di Macerata e ora dottoranda dell’Università del Piemonte Orientale), Andrea Ghidoni e Teodoro Patera (entrambi dottori di ricerca in Interpretazione e Filologia dei Testi presso l’Università di Macerata), introdotte e discusse da Massimo Bonafin e Salvatore D’Onofrio. Le relazioni hanno trattato diversi aspetti della critica antropoletteraria, applicata ad ambiti di ricerca apparentemente lontani tra loro. Lucia Mariani ha discusso il concetto di sacrificio nel mito greco alla luce delle teorie sul sacrificio elaborate da Valerio Valeri e in contrapposizione a Marcel Detienne. Andrea Ghidoni si è occupato, invece, di materia epica bizantina, all’interno della quale ha osservato il processo di formazione di una tradizione narrativa attraverso la rielaborazione di alcuni tipi narrativi dominanti. A concludere la sessione Teodoro Patera, che ha discusso del desiderio mimetico, principio antropologico teorizzato e applicato alla letteratura da René Girard, riutilizzandolo in chiave di teoria della ricezione e mettendolo a confronto con le recenti scoperte scientifiche sui neuroni-specchio.

La densità concettuale e metodologica di queste relazioni ha preparato il terreno per l’incontro del pomeriggio, durante il quale i professori Salvatore D’Onofrio e Riccardo Castellana hanno presentato le loro ultime ricerche. D’Onofrio, antropologo tra l’Università di Palermo e l’EHESS di Parigi, ha discusso della coppia costituita da due personaggi, gemellari e non, che fungono da doppio l’uno dell’altro, come costante nei miti di fondazione di diverse popolazioni umane. In particolare, in area europea e mediterranea questa coppia è caratterizzata spesso dall’alternanza tra civiltà e selvatichezza: all’eroe civilizzatore si accosta un doppio selvaggio, la cui esistenza è necessaria come catalizzatore di selvatichezza, e la cui morte è fondamentale per il compiersi della missione civilizzatrice dell’eroe. Castellana, ricercatore di letteratura contemporanea dell’Università di Siena, si è occupato di un’altra relazione tra doppi antitetici, interessandosi alla leggenda del changeling, cioè del bambino sottratto in culla dalle fate e rimpiazzato con una sua copia mostruosa, storia diffusa dall’Irlanda ai Balcani, e presente in Italia soprattutto in Val d’Aosta e Sicilia. Partendo dall’analisi della novella Il figlio cambiato di Luigi Pirandello, Castellana ha compiuto un’indagine comparativa attraverso le attestazioni folkloriche e le rielaborazioni letterarie di storie simili, rivelando il profilo di un mito di disconoscimento dell’identità.

Da sinistra: Salvatore D'Onofrio, Massimo Bonafin, Riccardo Castellana

Istantanee dell’incontro pomeridiano

Alla vivace discussione che ne è seguita hanno partecipato i tre relatori della mattina insieme ad altri membri del Centro, Martina di Febo e Antonella Sciancalepore, rispettivamente dottoressa di ricerca e dottoranda in Interpretazione e Filologia dei Testi a Macerata. Dal dibattito è emersa la necessità di considerare il doppio una manifestazione dell’ambiguità dell’identità, nel mito come in letteratura, insieme allo stimolo a riflettere anche sui casi di trasgressione, riduzione o censura del modello mitologico e folklorico del doppio/changeling. Ma forse, oltre alle pur interessanti questioni relative ai temi specifici, la conseguenza più profonda del dibattito è stata di ordine teorico: in ogni fase dell’incontro, infatti, è emersa la volontà tenace, da parte dell’organizzatore e di tutti gli intervenuti, di costruire una base metodologica comune e stabile per le ricerche di antropologia della letteratura, atta a raggiungere una comprensione più profonda dei testi, e dei movimenti e delle trasformazioni della cultura umana che li producono.

Bibliografia

R. Castellana, Storie di figli cambiati. Fate, demoni e sostituzioni magiche tra folklore e letteratura, Pisa, Pacini editore, 2014.

S. D’Onofrio, Le sauvage et son double, Paris, Les Belles Lettres, 2011.

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